Analogique architettura per la collisione

Co-cafè, nuova caffetteria della Scuola di Architettura di Siracusa, Anlogique, 2014

Testo tratto dall’intervista con Analogique in data 27/03/2024.

Analogique nasce da un’idea precisa, che viene espressa dal nome stesso: quella di far coesistere una doppia anima, rappresentata da un contatto concreto con le cose fisiche e da un forte legame umano.


Come nasce Analogique? Quando? Dove?

Dario
Analogique nasce a Catania nel 2015, anche se io e Claudia lavoriamo insieme dal 2009.
Ed è proprio nel 2015 che decidiamo di distaccarci dal sistema in cui operavamo e optiamo per fondare il nostro studio rimanendo in Sicilia, anche se all’epoca sembrava difficile immaginare un futuro lì.
Analogique nasce da un’idea precisa, che viene espressa dal nome stesso: quella di far coesistere una doppia anima, rappresentata da un contatto concreto con le cose fisiche e da un forte legame umano.
Analogique” è un termine francese che unisce le parole “analogico” e “analogia”.
Antonio
Fin da subito abbiamo scoperto una sintonia particolare tra di noi, il che ci ha spinti a distaccarci dal contesto in cui ci siamo conosciuti e a portare avanti un nuovo progetto; questo ci ha portato al nostro primo incarico e da lì a tutte le attività successive.

Zahara contemporay hosting, Analogique, Siracusa, 2015
Zahara contemporay hosting, Analogique, Siracusa, 2015

Da cosa traete ispirazione? Avete un mentore?

Antonio
Nonostante abbiamo avuto la possibilità di collaborare con figure importanti, soprattutto più mature, da cui sicuramente abbiamo tratto ispirazioni iniziali, ci piace pensare che la nostra ispirazione derivi dai contesti in cui lavoriamo, dalle comunità in cui intraprendiamo azioni territoriali e dalle nostre stesse esperienze.
La concepiamo come una grande ruota che raccoglie e dissemina.
Anche inconsciamente, le forme di ispirazione coesistono tra di loro, tuttavia, soprattutto in questo momento storico, è molto complicato identificare una figura di spicco nella visione dell’architettura a cui ci riferiamo.
Claudia
Io credo che le esperienze e le persone con cui abbiamo lavorato all’inizio abbiano svolto il ruolo di mentori, sicuramente sono state una serie di esperienze fondamentali per creare una linea guida per il nostro studio, che ormai è facilmente riconoscibile.
Antonio
Rispetto alla velocità degli eventi che ci circondano, bisogna essere in grado di trovare l’ispirazione all’esterno, di essere onnivori dal punto di vista delle energie e delle capacità di approccio. Perciò, è importante avere del tempo di adattamento, e a mio parere, quello potrebbe essere stato il nostro mentore.

2030+2C, Analogique, Firenze, 2016
2030+2C, Analogique, Firenze, 2016

Qual è stato il vostro primo incarico come Analogique?

Claudia
Il primissimo incarico ce lo siamo auto incaricato! (Ride)
Dario
Sì, ci siamo proprio costruiti l’opportunità: abbiamo organizzato un workshop presso il “Cinema Palazzo”, un ex cinema occupato a Roma, coinvolgendo circa sessanta studenti universitari provenienti da tutta Italia e l’esperto di architettura pneumatica Marco Canevaggi.
Questo workshop è stato un’occasione per attivare una serie di azioni in un contesto sociale molto dinamico, focalizzato sul tema dell’architettura pneumatica, che è stata la nostra prima passione nel campo dell’architettura e della ricerca.
Riteniamo che questo tema abbia una forte connessione con la filosofia di Analogique, i due pilastri fondamentali del nostro approccio architettonico.
Questo workshop è stato il nostro primo incarico autoassegnato, ma successivamente abbiamo affrontato temi simili in diverse occasioni, diventando riconosciuti in Italia per questo tipo di attività e progetti. In seguito, abbiamo seguito due incarichi significativi: uno per Legambiente a Firenze e il progetto “Intruso” per la mostra “Architettura Invisibile”, dove abbiamo curato l’allestimento di architetti metabolisti giapponesi e radicali italiani degli anni sessante e settanta insieme alla curatrice Rita Elvira Adamo, presso lo spazio museale Carlo Bilotti a Roma.
In sostanza, possiamo dire che questi primi incarichi hanno contribuito in modo significativo a definire il tipo di architettura su cui stavamo concentrando la ricerca in quel periodo.

Intruso, Analogique, Roma, 2017
Intruso, Analogique, Roma, 2017

In cosa consiste il workshop Bosco Colto?

Dario
Il progetto Bosco Colto è un’iniziativa di ampio respiro che si sviluppa da ormai tre anni e quest’anno segna l’avvio della prima vera edizione del campus, durante questa edizione, inizieremo a collaudare il progetto con la partecipazione di ospiti di rilievo che contribuiranno con i loro interventi.
Bosco Colto è un progetto dedicato ai boschi di Santo Pietro di Caltagirone, caratterizzato da un approccio site specific orientato alla conservazione e al rispetto dell’ambiente naturale: si focalizza sull’aspetto manutentivo, considerando attentamente il paesaggio e l’ecologia locali.
L’obiettivo principale del progetto è quello di sfidare il tradizionale modello accademico, cercando di creare ambienti non convenzionali in cui possono emergere “micro aule” per lo studio e il lavoro all’aperto, incoraggiando il contatto con la natura e gli esseri viventi.
Bosco Colto, sia nella pratica che nel suo contesto culturale, rappresenta un’opportunità per approfondire diverse tematiche, ponendo particolare enfasi sul concetto di tempo: un approccio “lento” che favorisce l’apprendimento e la riflessione.
Il campus di quest’anno si svolgerà dal 23 al 31 agosto, con l’idea di adottare un approccio di architettura collettiva, in cui l’autorità deriva dalla collaborazione di tutte le persone coinvolte anziché da un progetto autoriale.
Antonio
All’interno del contesto di Bosco Colto, le esperienze legate al campus, affrontate insieme ad altri tutor e seguite da Analogique, sono principalmente due progetti distinti ma complementari: entrambi si focalizzano sulla manutenzione e la riqualificazione degli spazi attraverso micro interventi di vario genere, anche i più semplici, ma spesso i più efficaci per promuovere l’accessibilità, l’aggregazione e la condivisione dello spazio, inoltre in questi progetti, si approfondiscono i temi della manutenzione e dell’aggiornamento, generando una riflessione continua su come abitare il bosco e chi siano i suoi abitanti.
Guidati da queste considerazioni, gli interventi dello scorso anno sono stati orientati su queste tematiche, proponendo un’esperienza del bosco diversa da quella consueta, inoltre, quest’anno stiamo dando continuità a un progetto molto importante, iniziativa presentata l’anno scorso presso il padiglione di Studio Albori per la Biennale di Venezia, cercando di svilupparlo ulteriormente.

Bosco Colto Stazione Granicoltura, Analogique, Borgo di Santo Pietro, 2022
Bosco Colto Stazione Granicoltura, Analogique, Borgo di Santo Pietro, 2022

Potete parlarci del processo/progetto FROG, presentato da BASE Milano per la Milano Design Week 2023?

Dario
L’anno scorso abbiamo partecipato, su invito, alla call e abbiamo vinto: il progetto FROG nasce proprio da questa occasione; in realtà, si trattava di un progetto che avevamo già avviato, ma questa vittoria ci ha dato l’opportunità di continuare.
Si tratta di una collezione di oggetti semplici e frugali, concepiti in forma installativa.
Il nostro interesse principale nel progetto era quello di promuovere un processo più che il risultato fisico in sé.
Le opere realizzate rappresentano il frutto di una traduzione: partendo dai disegni dei bambini, abbiamo collaborato con loro e con i tutor per definire le modalità di creazione del progetto.
Da questa interazione sono nati i primi quattro oggetti, che abbiamo successivamente donato alla scuola.
Fondamentalmente, il progetto consiste in un lavoro di traduzione dei disegni dei bambini, non ci siamo concentrati esclusivamente sulla forma, ma abbiamo riflettuto principalmente su questo processo di traduzione.
Questa iniziativa ci ha anche aiutato a prendere coscienza del fatto che noi stessi lavoriamo seguendo dei processi per sviluppare un progetto, mettendo così in luce alcune dinamiche che spesso agiamo in modo inconscio.
Antonio
All’interno del contesto del salone, quindi parallelamente alla Design week, arriva necessariamente il momento della costruzione della forma; per quanto noi siamo orientati a un tipo di design relazionale, ciò che spesso ci entusiasma nei progetti è che la relazione stessa si trasformi nella forma del progetto.
Questa occasione è stata un’opportunità in cui tali forme si sono effettivamente manifestate. Questo tipo di forme, come ha spiegato prima il mio collega Dario, derivano da un processo di traduzione e reinterpretazione di concetti elementari, quelli che possono emergere quando si interagisce con i bambini, senza preconcetti né fraintendimenti. Questo aspetto ci affascina molto e, infatti, un altro tema ricorrente nei nostri progetti e nelle nostre idee è quello del gioco.

Oggetti frugali, Analogique, Milano, 2023
Oggetti frugali, Analogique, Milano, 2023

Quale progetto vi ha dato più soddisfazione?

Claudia
Ci sono indubbiamente diversi gradi di soddisfazione, ma non cerchiamo necessariamente la perfezione tecnica come fonte di gratificazione personale, per noi, l’abilità di costruire rapporti e relazioni durature che ci consentono di intervenire negli spazi della comunità è molto più importante.
Da quando è nato Farm Cultural Park, un centro culturale con cui lavoriamo da anni, abbiamo avuto l’opportunità di operare all’interno di una comunità, diventandone parte integrante.
Pertanto, per rispondere alla tua domanda, non potremmo individuare con esattezza quale progetto specifico ci abbia dato la maggiore soddisfazione, anche perché ognuno di noi ha le proprie specificità.
Dario
Farm Cultural Park è un progetto che dura da tredici anni circa, quindi sicuramente non è limitante nella forma spaziale, a volte, il progetto stesso si trasforma in un sistema di relazioni e, a lungo termine, in continue trasformazioni.
Perciò possiamo dire che senza dubbio, questo progetto ha un grande valore per noi.
Antonio
Questo tipo di progetti ci stimolano spesso a metterci in discussione nelle cose fatte, anche perché nella natura effimera delle operazioni troviamo sia una logica delle operazioni che si portano dietro questo tipo di azioni, sia la durata della relazione e l’alimentazione di nuovi tipi di relazione, che risultano poi essere contaminanti in questi termini.

Raft, viaggio intorno il pianeta Farm, Analogique, Favara, 2016
Raft, viaggio intorno il pianeta Farm, Analogique, Favara, 2016

A cosa state lavorando ora?

Claudia
Al momento stiamo facendo gli architetti dal punto di vista più classico.
Dario
Cerchiamo di mantenere un equilibrio tra opposti estremi, cercando costantemente di trovare un punto intermedio che concili le due anime con cui siamo cresciuti come studio.
In questo momento, ci stiamo concentrando su diversi progetti di architettura che rispondono alle esigenze dei clienti e si integrano nei contesti in modo tradizionale, tutti situati in Sicilia.
Riconosciamo la grande necessità di coinvolgere intelligenze collettive per continuare a valorizzare i paesaggi siciliani.
Claudia
Tuttavia, parallelamente, stiamo lavorando anche su progetti di ricerca, sperimentazione e coinvolgimento della comunità.
Da sempre collaboriamo con altri partner per sviluppare progetti che coinvolgono l’autocostruzione e tipologie di interventi che incoraggiano la partecipazione degli abitanti locali.

Two brothers, Analogique, Acireale, 2015
Two brothers, Analogique, Acireale, 2015

Cosa vi augurate per il futuro?

Dario
Io negli ultimi anni ho trovato molto divertimento nel lavoro e spero di continuare a farlo per molti anni ancora nello stesso modo.
Come gruppo ci auspichiamo di aprire lo studio a nuove realtà e di accogliere professionisti provenienti da ambiti diversi.
Infatti, abbiamo sempre collaborato con persone di varie competenze, il che ha aggiunto un grande valore ai nostri progetti e riconosciamo l’importanza di mantenere aperta una finestra verso il mondo della multidisciplinarietà.

Zahara contemporay hosting, Analogique, Siracusa, 2015
Zahara contemporay hosting, Analogique, Siracusa, 2015

Fonti:
Analogique

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