Francesca Delicato architettura per abitare

Casa di Bella, Francesca Delicato, Roma, 2022

Testo tratto dall’intervista con Francesca Delicato, in data 30 maggio 2023.

I luoghi ti parlano, basta solo fermarsi ad ascoltarli.

La scatola verde, Francesca Delicato, Roma, 2021
La scatola verde, Francesca Delicato, Roma, 2021

Come nasce la passione per l’architettura? Quando?

Forse è iniziata con me da bambina, senza dubbio i miei nonni hanno avuto un estrema influenza su di me: uno muratore e l’altro ferroviere ma con la passione del disegno e della falegnameria.
Io volevo fare altro fino al quinto anno di liceo e poi ho avuto un sogno premonitore.
Ho analizzato come osservavo vari ambiti e mi sono resa conto che ero appassionata di architettura.

Minirifugio di contemplazione, Francesca Delicato, Roma, 2022
Minirifugio di contemplazione, Francesca Delicato, Roma, 2022

Da chi trai ispirazione per il tuo lavoro? Hai un mentore?

L’ispirazione è un intuizione, viene dall’ascolto, scherzosamente dico spesso che “parlo con i muri”: i luoghi ti parlano, basta solo fermarsi ad ascoltarli.
A volte è il disegno di un’ombra nell’ambiente in cui sto lavorando, l’incontro fra due materiali, il profumo di una stanza. E poi devo dire che i committenti sono loro stessi la mia ispirazione, basta una loro parola, un disegno, una foto.
Di mentori ce ne sono tanti, quando studi ti innamori sui libri di grandi figure. Alvaro Siza, Louis Kahn, Tadao Andò, Luis Barragàn.

Casa Ponte Regola, Francesca Delicato, Roma, 2020
Casa Ponte Regola, Francesca Delicato, Roma, 2020

Volevo parlarvi di due persone che sono veramente i miei mentori, mi hanno guidato molto nella mia vita, due architetti: uno è il mio professore Alessandro Anselmi, con cui ho avuto l’onore di studiare e poi lavorare, e Pierluigi Bernini, il mio maestro. Due figure molto diverse che mi hanno dato tanto, praticamente tutto. C’è stato un  momento in cui si sono passati il testimone della mia formazione, loro due hanno lavorato insieme, io stavo lì in mezzo. Mi piace ricordarli con tanto amore e onorarli.

Casa 4+2, Francesca Delicato, Roma, 2014
Casa 4+2, Francesca Delicato, Roma, 2014

Come coniughi l’attività progettuale con quella didattica?

Io credo di non poter vivere senza uno o senza l’altro. Non sarei in grado di scegliere perché traggo nutrimento da tutti e due.
Per quanto riguarda l’insegnamento, mi piace molto sfruttare il mio lavoro come strumento per i ragazzi che affianco nella formazione, molto spesso porto esempi reali in aula. Viceversa la loro curiosità, i loro dubbi, mi aiutano tantissimo nel migliorare le mie idee. È capitato più di una volta che la parola di una persona più giovane e meno bloccata nelle “regole dei grandi” abbia dato freschezza a una progettazione.
È difficile, molto spesso faccio fatica, poi ci si organizza, si respira, e si riesce a fare tutte e due. Spero di riuscire sempre a fare tutte e due.

Casa luce e musica, Francesca Delicato, Roma, 2019
Casa luce e musica, Francesca Delicato, Roma, 2019

Qual è stato il tuo primo incarico?

Attualmente mi occupo di residenziale, ho iniziato ad occuparmene con Pierluigi Bernini, di cui vi ho parlato, più di 10 anni fa, con lui abbiamo fatto tante esperienze. 
Però il primo lavoro di Francesca senza Pierluigi è casa mia, che poi è diventata lo strobilabo.

Strobilabo, Francesca Delicato, Roma, 2020
Strobilabo, Francesca Delicato, Roma, 2020

Quale progetto ti ha dato più soddisfazione?

A livello di orgoglio due progetti vorrei menzionarvi: uno è un casale nella Val d’Orcia che abbiamo iniziato insieme, Pierluigi ed io, poi per questioni organizzative è diventato un lavoro mio. È stato un lavoro grande sia nella misura che nella durata, mi ha permesso di confrontarmi con tante tematiche che mi appassionano. Il paesaggio, appunto la Val d’Orcia, il rapporto con i materiali della tradizione reinterpretati e messi insieme a materiali più duri: l’acciaio, il vetro. Le spazialità ampie che si lasciano attraversare dalla natura, la cura del dettaglio e l’artigianato. Forse è il momento in cui io mi sono immersa nell’artigianato.

Casale d'Orcia, Francesca Delicato, Siena, 2009-2015
Casale d’Orcia, Francesca Delicato, Siena, 2009-2015

E poi “La scatola verde”: un appartamento qui a Roma: un lavoro sulla luce, sul colore e sulla circolarità dei percorsi domestici. C’è stata un’empatia straordinaria con le clienti che ora abitano lì e quando nasce quel feeling il risultato è veramente perfetto.
Devo dire che questo fortunatamente mi capita spesso.

La scatola verde, Francesca Delicato, Roma, 2022
La scatola verde, Francesca Delicato, Roma, 2022

Ho visto che lavori su diversa scala? Quale ambito ti interessa di più?

Allora, in realtà sono anni ormai che mi occupo di residenziale, quindi la scala più o meno è sempre quella. Ogni tanto mi capita di lavorare a scale più grandi per collaborazioni e concorsi e devo dire che è un bell’esercizio, utile per riappropriarti di situazioni che non sono solite all’abitare. Finita l’università, ho lavorato in studi che intervenivano su scale grandi o addirittura grandissime e questo mi ha strutturato, oggi è un bel bagaglio. Devo dire che crescendo mi sento sempre più a mio agio con la dimensione piccola, arrivare al dettaglio è come sciogliere l’ultimo nodo di una matassa ingarbugliata.

Minirifugio di contemplazione, Francesca Delicato, Roma, 2022
Minirifugio di contemplazione, Francesca Delicato, Roma, 2022

Come nasce lo strobilabo?

È una storia bella, di rinascita; Io lo chiamo autoritratto, mi somiglia tanto, nella sua spazialità, nella sua ricerca di luce, nelle contraddizioni, negli acciacchi, in quello che gli è successo. Strobilabo viene da labo, che sta per laboratorio e strobilo che è il nome scientifico della pigna. È un elemento naturale che mi affascina: non è un fiore, non è un frutto, è di legno, pero ha le foglie, ha le contraddizioni e la bellezza dell’arte. La pigna è anche un messaggio positivo, è un buon augurio che faccio a tutte le persone che lavorano con me. Io lavoro da sola, il nome dello studio è il mio però fortunatamente c’è tutta una rete di persone che mi aiutano tanto.

Strobilabo, Francesca Delicato, Roma, 2021
Strobilabo, Francesca Delicato, Roma, 2021

La pigna vista da dietro è l’elemento naturale in cui più si legge la spirale, la serie di Fibonacci.
Lo strobilabo sono proprio io. La storia del luogo…ve l’ho detto, prima era casa mia, poi una disavventura mi ha portata ad andar via da quel posto. Le questioni fortunatamente si sono risolte, sono tornata lì, un po’ stordita, mi sono illuminata e ho capito la vera vocazione di quel posto, condividerlo, utilizzarlo per il mio lavoro come esempio ed esperienza.
L’ho reso una specie di percorso didattico, ho messo delle etichette che distinguono gli ambienti, il soggiorno, l’ingresso, come sono, a cosa servono, perché li uso. C’è un tavolone che ho fatto per i clienti dove si gioca con i materiali, si compone il vestito della casa come da una sarta. Qui tornano i miei nonni, in questo caso mia nonna.
Io mi occupo di case e ospitare il cliente in una casa fatta da me, per me e che per di più mi somiglia, funziona, è perfetto.

Strobilabo, Francesca Delicato, Roma, 2021
Strobilabo, Francesca Delicato, Roma, 2020

A che cosa stai lavorando ora?

Adesso sto lavorando su tre appartamenti, molto diversi tra loro, per dimensione, contesto e ovviamente esigenze.
E poi sto finendo degli elementi di arredo con i miei artigiani. 

Cosa ti auguri per il prossimo futuro?

È una domanda molto difficile, o rispondi in una maniera troppo romantica o troppo ironica. Vorrei fare la falegnama ma non sarò mai brava come gli artigiani con cui lavoro. Continuerò a disegnare e guidare la realizzazione delle mie idee. Sicuramente, mi piacerebbe molto perfezionare l’aspetto artigianale dell’architettura, del quotidiano e il suo ruolo etico, sociale e culturale.

Casale d'Orcia, Francesca Delicato, Siena, 2009-2015
Casale d’Orcia, Francesca Delicato, Siena, 2009-2015

Fonti:
Francesca Delicato

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