Post Disaster nasce come collettivo che si occupa di utilizzare la metafora del disastro per porre un focus su alcune tematiche territoriali e globali. Il collettivo è formato da Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Grazia Mappa e Peppe Frisino. Dal 2018 portano avanti una serie di episodi: Post Disaster Rooftops una pratica spaziale, critica e curatoriale ambientata sui tetti di Taranto, città manifesto della crisi urbana ed ecologica contemporanea. Si tratta dell’occupazione di una serie di spazi urbani che diventano teatri performativi. Nel 2023 sono stati scelti fra i 9 studi del padiglione Italia alla “Biennale di Architettura di Venezia”.
Il disastro è, letteralmente, il “dis-allineamento dagli astri”, una condizione infausta, contraria alle rotte più favorevoli.
EP04 DALLE MACERIE, Taranto, 2023
L’episodio 4 degli interventi realizzati dal collettivo è il progetto portato alla Biennale di Architettura di Venezia 2023. I tetti della Città Vecchia di Taranto in quanto spazi urbani inconsueti, diventano il teatro per i loro interventi.
In Italia, gli architetti e i progettisti, sono costretti a convivere con il disastro e a confrontarcisi. Il nostro paese è caratterizzato da una serie di territori fragili.
Il progetto, gratuito per garantire la partecipazione a tutti, è stato realizzato il 21, 22, 23 aprile 2023 su due tetti adiacenti tra via delle Pentite e vico degli Innocenti. Il programma prevedeva performance di vario tipo: assemblee, Thai chi, conferenze. I tetti sono stati scelti in quanto, dall’alto è possibile vedere il disastro, ma allo stesso tempo immaginare futuri possibili. Il collettivo attraverso l’architettura, l’arte e il design cerca di mettere al centro del progetto i luoghi e i corpi che li attraversano.
All’interno del Padiglione Italia, in ricordo dei tre giorni di programmazione sui tetti, possiamo trovare un assemblaggio di elementi spaziali e di tracce sonore: le conversazioni di partecipanti e abitanti, i suoni della città e dei suoi componenti. Lo scopo è raccontare un processo in cui il contesto e l’opera si condizionano e informano vicendevolmente.
Abitare il post-disastro implica porsi in netta contrapposizione con la narrativa occidentale del 2050 che spinge il “punto di catastrofe” in avanti, in un momento futuro predeterminato tecnocraticamente. Il disastro è già avvenuto (siamo sopravvissut*? Cosa abbiamo imparato?) e il Mediterraneo è una crepa. La materia straborda, si rimescola, si genera un flusso (di corpi, risorse e tempi diversi) in cui il futuro collassa nel presente.
EP03 CORPI COME INFRASTRUTTURE, Taranto, 2022
Il progetto è vincitore del Premio Creative Living Lab, promosso dal Ministero della Cultura. Le sessioni di ascolto sono divise in quattro capitoli: ognuna di esse ripropone tracce musicali inerenti alla tematica, supportate da approfondimenti in video. Le proiezioni creeranno una relazione tra contesto urbano, architettonico e umano della città e le rotte del porto adiacente.
Black Med è un progetto musicale che mira a studiare la cultura dei Paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo. Il nome deriva dall’espressione coniata dalla ricercatrice Alessandra di Maio, che definisce il Mediterraneo “nero” come espressione delle contraddizioni della globalizzazione. Un intreccio eterogeneo di culture, che svela contaminazioni nei suoni derivanti dai popoli più antichi. Gli argomenti della performance sono attuali: gli usi alternativi della tecnologia, le migrazioni, le periferie.
EP02 A NEW ABNORMAL, Taranto, 2019
L’intervento realizzato nel 2019, fa riferimento ad una riflessione del filosofo ambientalista Glenn Albrecht, il quale afferma che gli uomini sembrano adattarsi all’esperienza di una nuova
a-normalità. L’intervento dell’uomo porta sempre più spesso a non riconoscere i paesaggi, che un tempo, erano famigliari.
Il progetto nasce a Taranto in quanto luogo adatto ad esprimere questi concetti. Gli architetti si sono posti le seguenti domande: è possibile riconoscere l’architettura della città come una tecnologia eco-politica? Cosa dovremmo fare per alimentare intelligenze collettive in grado di opporsi alle principali dinamiche, globali e interconnesse, alla base di questa condizione?
Fonti:
Postdisasterrooftops
Corriere di Taranto
laBiennale
patriadellabellezza
La Gazzetta del Mezzogiorno
Artribune