SET Architects architettura per contrasto

Casaplatform (particolare rapporto colonna-tele), SET, Biennale Venezia, 2021, foto di Marco Cappelletti

Onorato di Manno e Andrea Tanci sono i fondatori di SET, uno studio romano di architettura, urbanistica e design. Ciò che accomuna i progetti dello studio è la ricerca di una spiccata essenzialità a partire dalla prima idea astratta fino alla definizione degli ultimi dettagli. SET si propone come portatore di un’architettura che possa dar valore all’unicità di ciascun luogo, inserendovisi coerentemente e sostenibilmente. L’occupazione dello studio non si limita all’attività progettuale, bensì anche quella culturale e di ricerca svolge un ruolo primario.

Una costante ricerca teorica basata sull’indagine degli spazi pubblici, delle nuove forme dell’abitare e del rapporto tra ambiente naturale e artificiale.

SET ha conseguito importanti riconoscimenti tra cui “Young Italian Architects 2018” ed è stato menzionato da “nib-new italian blood”.


Casaplatform, Biennale Venezia, 2021

Casaplatform, SET, Biennale Venezia, 2021, foto di Marco Cappelletti
Casaplatform, SET, Biennale Venezia, 2021, foto di Marco Cappelletti

Nell’ambito della XVII Biennale di Venezia ha luogo il progetto espositivo “Casaplatform” da un’idea dello studio di architettura SET. L’intervento, da collocarsi nella Scuola Grande della Misericordia, si ispira alla facciata delle Procuratie.

Casaplatform (particolare rapporto base colonna-tele), SET, Biennale Venezia, 2021, foto di Marco Cappelletti
Casaplatform (particolare rapporto base colonna-tele), SET, Biennale Venezia, 2021, foto di Marco Cappelletti

Due elementi compongono la costruzione: una struttura a telaio metallico modulare e una costruzione di tele bianche con i centoquaranta lavori da presentare. Il risultato è una contrapposizione massimale tra leggerezza – frutto del nuovo intervento – e la monumentalità dell’edificio storico.

Casaplatform (particolare modularità dello spazio), SET, Biennale Venezia, 2021, foto di Marco Cappelletti
Casaplatform (particolare modularità dello spazio), SET, Biennale Venezia, 2021, foto di Marco Cappelletti

Il legame con il preesistente è dato dall’altezza dell’installazione che corrisponde all’altezza della base delle colonne in situ. La dialettica levità-pesantezza è testimoniata anche dal contrasto tra i materiali. Il tutto si presenta come complesso astratto: volutamente, infatti, gli architetti hanno scelto la serialità per dialogare al meglio con il ritmo cadenzato degli elementi esposti.


Press Box, Roma, 2017

Press Box (particolare differenza con l'architettura del contesto), SET, Roma, 2017
Press Box (particolare differenza con l’architettura del contesto), SET, Roma, 2017, foto di Marco Cappelletti

Nata come installazione temporanea per ospitare l’area lettura del Festival «New Generations» – edizione del 2017 – il box di SET rompe con l’architettura in cui si inserisce. La cornice che lo accoglie è quella dell’Acquario Romano, Casa dell’Architettura.

Press Box (vista generale), SET, Roma, 2017
Press Box (vista generale), SET, Roma, 2017, foto di Marco Cappelletti

Sfruttando l’archetipo dell’edicola di strada, si viene a creare un vero e proprio tempio profano dell’architettura. Qui sono racchiuse, infatti, le pubblicazioni internazionali selezionate da mint LIST in materia.

No longer resting solely in the hands of the experts, nowadays architecture draws on its tangibility and concreteness to become an, expression of general culture at all levels and a collective argument for debates. 

Press Box (alcune delle pubblicazioni e vista sull'interno), SET, Roma, 2017
Press Box (alcune delle pubblicazioni e vista sull’interno), SET, Roma, 2017, foto di Marco Cappelletti

La struttura si presenta come un leggero reticolo, esempio che rimanda al networking. Modularità, flessibilità e versatilità: queste sono le peculiarità dell’elemento. Un cubo di quattro metri di lato che prevede un assemblaggio completo in meno di quattro ore. Lungo il perimetro il pubblico può facilmente raggiungere le varie pubblicazioni esposte, ciò che dona solidità alla costruzione, altrimenti eterea. Un rivestimento bianco tutt’intorno crea, poi, giochi di luci e ombre.


Shoah Memorial, Bologna, 2016

Shoah Memorial (inserimento nella piazza), SET, Bologna, 2016, foto di Simone Bossi
Shoah Memorial (inserimento nella piazza), SET, Bologna, 2016, foto di Simone Bossi

Per volontà della Comunità Ebraica di Bologna, lo studio di architettura SET ha deciso, nel 2016, di fornire la città di un memoriale. Il progetto, se da un lato si propone indiscutibilmente come ricordo della tragedia, vuole anche generare nel pubblico una nuova consapevolezza del luogo.

Shoah Memorial (particolare con corridoio interno), SET, Bologna, 2016, foto di Simone Bossi
Shoah Memorial (particolare con corridoio interno), SET, Bologna, 2016, foto di Simone Bossi

Il Sacrario si trova al centro della piazza, come fosse un possente monumento di dieci metri di altezza e larghezza. Costituito di piastre in corten, da fuori appare massiccio ma, in realtà, avvicinandosi ci si accorge della completa cavità interna, non fosse per il reticolo generato dalle piastre stesse. La geometria allude ai letti dei dormitori dei campi di concentramento.

Shoah Memorial (particolare con geometria del corridoio interno), SET, Bologna, 2016, foto di Simone Bossi
Shoah Memorial (particolare con geometria del corridoio interno), SET, Bologna, 2016, foto di Simone Bossi

Tra i due blocchi la pavimentazione ricorda le Judenrampe in ghiaia come le scarpate a bordo dei binari ferroviari. Una sensazione di straniamento pervade chiunque si ritrovi ad attraversare il corridoio.


Fonti:
SET Architects
Divisare
New Generations
Elle Decor

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