LASCIAlaSCIA architettura al femminile

Frammenti, LASCIAlaSCIA, museo del Duomo, Milano, 2012

Testo tratto dall’intervista con Chiara Sangalli di LASCIAlaSCIA, in data 15 giugno 2023.

Lasciare il segno, sempre più lontano dai nostri confini.

LASCIAlaSCIA, studio, foto di Eugenio Marongio
LASCIAlaSCIA, studio, foto di Eugenio Marongio

Come nasce LASCIAlaSCIA? Quando? Dove?

LASCIAlaSCIA nasce nel 2010, noi ci eravamo appena laureate e lavoravamo full time in diversi studi. L’idea di fare qualcosa di nostro nasce una sera, dopo il lavoro, quando ci siamo ritrovate per un aperitivo. Abbiamo scartato la scelta di partecipare a concorsi, un po’ come facevano tutti, e abbiamo pensato di fare qualcosa con le nostre mani: creare dei piccoli allestimenti auto prodotti. Abbiamo iniziato come un gioco, facevamo qualche allestimento qua e là, soprattutto in Emilia Romagna perché una di noi ha origini in un paese vicino Reggio Emilia.

Mostra William Kentridge, LASCIAlaSCIA, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2012
Mostra William Kentridge, LASCIAlaSCIA, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2012

Dopo i primi allestimenti, semplici, autoprodotti, con tanta fatica ma poca spesa, abbiamo realizzato il primo allestimento commissionato da Spazio Gerra, a Reggio Emilia, per l’artista William Kentridge. Da qui, piano piano, nasce LASCIAlaSCIA.
Il nome nasce sempre quella sera con l’idea di lasciare un segno, ci piaceva anche l’idea del gioco di parole.

Mostra William Kentridge, LASCIAlaSCIA, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2012
Mostra William Kentridge, LASCIAlaSCIA, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2012

Come nasce l’idea di architettura temporanea?

Abbiamo deciso di fare piccoli allestimenti auto prodotti, di creare qualcosa di temporaneo che potesse modificare lo spazio, dare una visione diversa, ma che in realtà in futuro poteva diventare anche qualcosa di più.

Dal dito medio al pollice verde, LASCIAlaSCIA, Piazza Affari, Milano, 2012
Dal dito medio al pollice verde, LASCIAlaSCIA, Piazza Affari, Milano, 2012

Ad esempio abbiamo realizzato un progetto per Piazza Affari, in una notte l’abbiamo trasformata in una piazza verde, abbiamo cambiato la sua faccia ma anche il suo utilizzo; per 5 giorni è diventata un giardino per i cittadini. Successivamente il comune ci ha richiesto un progetto permanente che, però, non è andato in porto.
Architettura temporanea per far vedere le possibilità di uno spazio, in una maniera più semplice rispetto a quella permanente.

Dal dito medio al pollice verde, LASCIAlaSCIA, Piazza Affari, Milano, 2012
Dal dito medio al pollice verde, LASCIAlaSCIA, Piazza Affari, Milano, 2012

Da chi/che cosa traete ispirazione nel vostro lavoro? Avete un mentore?

L’ispirazione si trova un po’ ovunque, le esperienze di ognuno, la propria crescita. Ci hanno sempre affascinato, anche mentre studiavamo, i grandi maestri che hanno trasformato l’esposizione. Mi viene in mente Franco Albini, Carlo Scarpa, hanno rivoluzionato l’allestimento tradizionale. I primi negozi di Olivetti, realizzati da Albini, sono ancora attuali, rimangono geniali.


Qual è stato il vostro primo incarico?

Ufficialmente quello di cui vi parlavo prima, Spazio Gerra, i precedenti sono stati veramente piccole cose. La casualità è stata che il responsabile del museo è passato ad uno dei nostri eventi, ha visto il nostro allestimento e ci ha chiamato. Abbiamo dovuto allestire nell’open space di questo museo, realizzato su tre piani, varie salette realizzate in cartone alveolare per esporre i filmati. Abbiamo creato queste salette, con punti di vista diversi, a seconda del filmato.

Mostra William Kentridge, LASCIAlaSCIA, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2012
Mostra William Kentridge, LASCIAlaSCIA, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2012

Ho visto che avete iniziato con progetti green attraverso materiali di riciclo, ce ne puoi parlare?

Abbiamo iniziato ad utilizzare materiali di riuso per dare nuova vita a materiali che, soprattutto nel mondo degli allestimenti, dopo un evento venivano buttati via. 
Questa ottica ci è sempre rimasta, sono cambiati i clienti, le tipologie di lavoro, però è una questione a cui teniamo molto.

Stand Machron, LASCIAlaSCIA, Milano, premio Stand Up For Green Award MIDO 2023
Stand Machron, LASCIAlaSCIA, Milano, premio Stand Up For Green Award MIDO 2023

Un esempio è il lavoro che abbiamo fatto quest’anno per una fiera di occhiali. Con il nostro stand di Marchon abbiamo vinto il premio Stand Up for Green Award per il sistema costruttivo riutilizzabile. Anche quando facciamo allestimenti per fiere cerchiamo sempre di creare una modularità, in modo tale che i materiali, anche se modificati, possano essere riutilizzati.


Quale progetto vi ha dato più soddisfazione?

Quello che ci ha dato più soddisfazione è stato quello che abbiamo realizzato per il Museo del Duomo nel 2012. Ci hanno chiamato per fare questo allestimento temporaneo nella piazza di Palazzo Reale. La richiesta era: portare il cantiere della veneranda fabbrica del Duomo all’aperto, per far scoprire il processo di restauro del Duomo.

Frammenti, LASCIAlaSCIA, tunnel espositivo, Piazza Duomo, Milano, 2012
Frammenti, LASCIAlaSCIA, tunnel espositivo, Piazza Duomo, Milano, 2012

Abbiamo creato questa struttura formata da ponteggi e tubi innocenti, tunnel di collegamento tra il Duomo ed il Museo. All’interno erano esposte delle foto riguardanti i vari processi della fabbrica. È stato soddisfacente, sia per il luogo in cui ci trovavamo, sia perché era ancora autoprodotto dal punto di vista allestitivo.

Frammenti, LASCIAlaSCIA, tunnel espositivo, Piazza Duomo, Milano, 2012
Frammenti, LASCIAlaSCIA, tunnel espositivo, Piazza Duomo, Milano, 2012

Uno recente, sempre legato ad un tunnel, lo abbiamo realizzato per lo showroom Domal, azienda che si occupa di serramenti. È stato interessante lavorare per loro perché l’azienda è molto attenta all’utilizzo dei materiali: nell’alluminio c’è pochissimo scarto e tutto viene rimesso in circolo. Loro ci hanno chiesto di utilizzare solo materiali che avessero una filosofia di questo tipo. I materiali ci hanno permesso di ricevere la certificazioneLEE

Showroom Domal, LASCIAlaSCIA, Milano, 2023
Showroom Domal, LASCIAlaSCIA, Milano, 2023

Ho visto che vi occupate di diversi ambiti: dall’interior, alle esposizione, al design. C’è un ambito che vi interessa di più?

Siamo 5, ognuna di noi ha un’attitudine diversa. Gli ambiti sono differenti però la modalità con cui ci approcciamo e il metodo sono molto simili. Quello che noi cerchiamo di fare è creare un progetto su misura per il cliente. Per quanto riguarda il privato, ricerchiamo all’interno della casa del committente un ambiente di benessere attraverso forme e colori.

Progettare il benessere, LASCIAlaSCIA, Milano, 2023
Progettare il benessere, LASCIAlaSCIA, Milano, 2023

Allo stesso modo per le aziende cerchiamo di capire la loro filosofia e i loro valori. Il nostro allestimento o retail funziona in questo modo. A me personalmente piace di più lavorare con le aziende perché è più divertente, le aziende sono tutte diverse. Il privato è interessante per il rapporto confidenziale che si crea con il cliente, però più o meno le questioni sono sempre le stesse.  L’azienda, a seconda della sua tipologia, è ogni volta diversa, c’è più creatività.

SO' garden, LASCIAlaSCIA, Milano, 2020
SO’ garden, LASCIAlaSCIA, Milano, 2020

Com’è nata l’attività di coworking?

L’idea è nata perché, noi facendo autoproduzione, all’inizio avevamo bisogno di un luogo dove creare i nostri allestimenti. La fortuna è stata di trovare questo progetto di riuso temporaneo, realizzato dal comune di Sesto. Era un coworking artigiano, realizzato nella zona delle ex aree Falck, di proprietà del comune di Milano che attraverso un affitto agevolato veniva dato in dotazione a questi giovani artigiani.

LASCIAlaSCIA, spazio di coworking, foto di Eugenio Marongio
LASCIAlaSCIA, spazio di coworking, foto di Eugenio Marongio

Lì abbiamo provato per 3 anni la condivisione: c’erano fotografi, fabbri, falegnami, di tutto. Lì nascevano le collaborazioni: chi ci aiutava nell’allestimento, chi nelle fotografie…ma anche il bello di ritrovarsi insieme, di realizzare eventi insieme. Quando è finita quella esperienza, l’idea di rimanere solo noi 5 in uno studio ci metteva troppa ansia e quindi in piccolo abbiamo ricreato quello che avevamo provato. Nel 2017/18 abbiamo aperto il coworking artigiano, abbiamo 4 postazioni per piccoli artigiani. All’interno dello spazio si creano forti legami, anche per chi poi prende la sua strada, da noi trova una rete di legami ed opportunità che portano dei frutti.

LASCIAlaSCIA, spazio di coworking, foto di Eugenio Marongio
LASCIAlaSCIA, spazio di coworking, foto di Eugenio Marongio

A cosa state lavorando ora?

Abbiamo aperte tante commesse, tra gli interni quello che ci sta stuzzicando di più a livello di creatività è il recupero di questa villa fuori Milano, di cui c’è già la struttura, ma stiamo andando a ridisegnare tutto, anche le facciate. Per noi il recupero è fondamentale, soprattutto degli immobili, ce ne sono un sacco inutilizzati che avrebbero bisogno di una rinascita.

LASCIAlaSCIA, studio, foto di Eugenio Marongio
LASCIAlaSCIA, studio, foto di Eugenio Marongio

A livello di aziende, stiamo facendo un allestimento per una mostra alla galleria Campari. È il racconto della storia dei bar: ci saranno scatti storici di tutti i bar del mondo e oggettistica tipica dei bar. Invece, da un po’di tempo, stiamo lavorando ad un progetto nostro insieme ad un altro brand, che spero presto possa vedere la luce, un insieme fra l’interior e l’artigianato che ci ha sempre appassionato.


Cosa vi augurate per il prossimo futuro?

È una domanda bella tosta! Quello che ci auguriamo è di non perdere la curiosità e la voglia di crescere perché è il fuoco che tiene acceso il tutto. Continuare, se è possibile, a lasciare il nostro segno, sempre più lontano dai nostri confini.


Fonti:
LASCIAlaSCIA

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