ORTUS architettura come opportunità

The Walls of Children, ORTUS, Molinella, 2021-in completamento, con Gustavo Bernagozzi, Valeria Alberti

Testo tratto dall’intervista di Michela Anzivino con Paolo Catrambone dello studio di architettura ORTUS.

Esiste uno spazio in cui la vita delle persone si sviluppa in maniera autonoma e personale.

Santa Clara, ORTUS, Lisbona, 2018, con Rodrigo Lino Gaspar
Santa Clara, ORTUS, Lisbona, 2018, con Rodrigo Lino Gaspar

Da cosa nasce l’idea di ORTUS? Quando? Dove?

Paolo
Lo studio è stato fondato da me e da Maria Ave Romani nel 2021 a Basilea. Oggi lo studio ha sede a Milano per una scelta di contingenze: io sono di Asti, mentre Maria è di Reggio Emilia e Milano è un’opzione centrica per quanto riguarda i progetti, anche se entrambi lavoriamo all’Accademia di Architettura di Mendrisio, in Svizzera.

Pratissolo Primary School, ORTUS, Scandiano, 3° classificato, con CAIRE
Pratissolo Primary School, ORTUS, Scandiano, 3° classificato, con CAIRE

Da chi e/o da cosa traete ispirazione nel vostro lavoro? In che modo? Avete un mentore?

Paolo
Abbiamo avuto molti mentori, il primo per entrambi è stato il Portogallo. Nel caso di Maria tramite il lavoro di Francisco Aires Mateus, mentre per me la formazione di Gonçalo Byrne legata al contesto, al paesaggio, alla storia e alla città ha avuto un impatto formativo. L’altro grande capitolo è la Svizzera per due motivi principali: l’Accademia di Mendrisio e l’opportunità di lavorare per tre anni e mezzo, fino al 2021 a Basilea presso Herzog & DeMeuron. Questi due mondi sono stati rilevanti nelle figure di Mateus, Byrne, Herzog e DeMeuron. Un’altra esperienza formativa vissuta insieme è stata a Tokyo con Sejima e Sanaa. Il capitolo iniziale denominato Portogallo, Giappone e Svizzera è fondamentale per capire cosa viene da ciascuno di questi paesi e come si è veicolato in quello che facciamo.

The Rituals of Eating, ORTUS, Logrono, 2020, con Alice Bidorini, Beatrice Zago
The Rituals of Eating, ORTUS, Logrono, 2020, con Alice Bidorini, Beatrice Zago

Come coniugate l’attività progettuale con quella formativa?

Paolo
In qualche modo si riesce a fare, non abbiamo una strategia particolare anche perché lavoriamo su due cattedre completamente diverse nel metodo. La cattedra dove lavoro io è presieduta da Muck Petzet, la quale si è sviluppata ed è diventata lo Studio RRR (Reduce, Reuse, Recycle), focalizzato sui temi del riuso, della riduzione e quindi su minime azioni per ottenere il massimo risultato con il minimo consumo di risorse. Maria, invece, lavora con la cattedra di Eva Prats, il cui lavoro spesso riguarda il tema del riuso (Second Hand), ma gestito in modo pratico tramite disegni a mano. Noi lavoriamo maggiormente con strumenti digitali come video e presentazioni online. Sono due mondi molto diversi che si combinano fisicamente con tre giorni a settimana in studio e due in università, a seconda dei periodi. Un aspetto positivo è che una cosa tende a nutrire l’altra ed è il motivo principale per cui vale la pena tenere unite le due cose. Inoltre il lavoro con i ragazzi è stimolante e lascia ispirazione e ricarica.

Parco delle Saline, ORTUS, Marsala, 2020, con Fat Atelier
Parco delle Saline, ORTUS, Marsala, 2020, con Fat Atelier

Qual è stato il vostro primo incarico?

Paolo
Il primo incarico è stato un piccolissimo progetto ad Alba, in Piemonte per un campo pratica di golf in una zona golenale di periferia e complicata dal punto di vista idrogeologico, in cui non potevamo fare grandi cambiamenti. Il comune ci consentiva di ristrutturare, ma di non muovere solo una piccola tettoia di legno, quindi è stato un intervento di paesaggio.

Water Courtyard, ORTUS, Asti, 2017, 1° classificato
Water Courtyard, ORTUS, Asti, 2017, 1° classificato

Il problema principale è stato capire come scendere dall’argine fino all’ingresso del prato. Siamo riusciti a costruire una scala con delle traversine del treno e poi con una serie di lastre in calcestruzzo abbiamo creato un sistema di pavimentazione che come dei pixel consentiva un passaggio per le diverse zone.
Quest’idea riprendeva la struttura della Fondazione Gulbenkian a Lisbona, dove tutta la pavimentazione esterna si basa su lastre di cemento nel verde.
Il lavoro che ci ha consentito di uscire da Basilea e di aprire lo studio è stato un asilo nel comune di Molinella, questo ci ha permesso veramente di iniziare.


Quale progetto vi ha dato più soddisfazione? Perché?

Paolo
Quando inizi da così poco risulta difficile, però ad oggi una soddisfazione importante è arrivata dopo aver ricevuto l’anno scorso il premio per il progetto del Maxxi Hub, un concorso internazionale con circa 140 proposte. Non eravamo ancora a Milano e abbiamo lavorato in collaborazione con lo Studio 4051 di Faenza e con altri due ragazzi: Giorgio Azzariti ed Edoardo Cappella. Ci siamo conosciuti tutti a Basilea e questo lavoro ha dato molte soddisfazioni.

Maxxi Hub, ORTUS, Roma, 2020, menzione d'onore, con Studio 4051, Giorgio Azzariti, Edoardo Cappella
Maxxi Hub, ORTUS, Roma, 2020, menzione d’onore, con Studio 4051, Giorgio Azzariti, Edoardo Cappella

Ho visto che vi occupate di progettazione a diversa scala. Quale ambito vi interessa di più?

Paolo
L’Accademia di Mendrisio è stata fondata sull’idea dell’architetto generalista, invece che dell’architetto specialista che nel mondo contemporaneo è un ossimoro. Non so esattamente dirti una scala precisa. Al momento stiamo lavorando sull’asilo di Molinella e sulla ristrutturazione di un appartamento di media dimensione nel centro di Bologna, ma abbiamo anche concorsi legati al paesaggio. Spero ci sia la possibilità di continuare a lavorare con questa apertura su scale diverse dell’architettura.

The Walls of Children, ORTUS, Molinella, 2021-in completamento, con Gustavo Bernagozzi, Valeria Alberti
The Walls of Children, ORTUS, Molinella, 2021-in completamento, con Gustavo Bernagozzi, Valeria Alberti

A cosa state lavorando ora?

Paolo
Stiamo lavorando principalmente su tre progetti. Il primo riguarda l’asilo di Molinella, un carico avuto nel 2021 per 120 bambini divisi in sei sezioni. Si tratta di un progetto finanziato in parte dal BNRL e in parte dal comune di Molinella che andrà in consegna per la fase esecutiva nelle prossime settimane, mentre il cantiere inizierà l’anno prossimo.

Enfilade House, ORTUS, Bologna, 2021-in completamento, con Teleios, Elena Testa
Enfilade House, ORTUS, Bologna, 2021-in completamento, con Teleios, Elena Testa

Il secondo è la ristrutturazione di un appartamento in via San Petronio Vecchio a Bologna, interessante perché ha uno sviluppo lungo e stretto e tramite il mantenimento di una serie di stanze siamo riusciti a creare una parte visiva tra il giardino e la strada. Quest’ultimo andrà in cantiere nel mese di giugno. Il terzo, infine, è un piccolo auditorium ad Alessandria, un riuso all’interno di un vecchio ospedale militare. In questo momento siamo ad una fase iniziale di definizione del progetto.


Cosa augurate al vostro gruppo per il prossimo futuro?

Paolo
Fondamentalmente due cose: una è quella di riuscire a fare architettura in Italia, perché credo che serva soprattutto fuori Milano, infatti la maggior parte dei nostri progetti ha sede ad un’ora dalla città. In Italia, rispetto alla Svizzera, è presente una crisi abitativa che abbraccia città come Bologna e Firenze e una grande mancanza di spazi pubblici disegnati. L’altra è quella di continuare a costruire una massa critica rilevante di una nuova generazione italiana che man mano entri nelle giurie dei concorsi e che esprima l’importanza che l’architettura e la progettazione hanno nella vita delle città.

Supermarket Wall, ORTUS, Lombardia, 2020, con Simone Licco
Supermarket Wall, ORTUS, Lombardia, 2020, con Simone Licco

Fonti:
ORTUS

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