Fosbury Architecture architettura come piattaforma

BELVEDERE, (ab)Normal + Emilio Vavarella, Piana Firenze-Prato-Pistoia, in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Michela Pedranti / Courtesy of Fosbury Architecture

Testo tratto dall’intervista con Fosbury Architecture in data 09/01/2024.

Una potente metafora per il nostro lavoro, un punto di vista ‘obliquo’ che cerchiamo di applicare a tutto quello che facciamo.


Da cosa nasce l’idea di Fosbury Architecture? Quando? Dove?

Fosbury Architecture nasce nel 2013 mentre studiavamo ancora tutti al Politecnico di Milano. Eravamo molto scettici sulla formazione che stavamo ricevendo e preoccupati per il mercato del lavoro che ci attendeva. Abbiamo scelto la forma del collettivo come piattaforma collaborativa per sviluppare progetti e ricerche autonome. Col passare del tempo il gruppo si è evoluto in uno studio e oggi – dopo alcune defezioni e molte esperienze professionali all’estero – siamo in cinque: Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi.

BELVEDERE, (ab)Normal + Emilio Vavarella, Piana Firenze-Prato-Pistoia, in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Michela Pedranti / Courtesy of Fosbury Architecture
BELVEDERE, (ab)Normal + Emilio Vavarella, Piana Firenze-Prato-Pistoia, in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Michela Pedranti / Courtesy of Fosbury Architecture

Da chi e/o da che cosa traete ispirazione nel vostro lavoro? In che modo? Avete un mentore?

La nostra non è una produzione esattamente ‘lineare’ e ognuno di noi ha coltivato riferimenti, competenze, interessi e a volte vere e proprie ossessioni individuali. Cerchiamo in ogni progetto di ascoltarci molto e includere sempre tutti i punti di vista. L’unico mentore che abbiamo è Richard Douglas Fosbury, al quale dobbiamo il nostro nome, e la cui storia rimane per noi fonte di ispirazione quotidiana. Nel 1968 all’età di 21 anni Dick, atleta fino ad allora praticamente sconosciuto, vince la medaglia d’oro nel salto in alto ai giochi olimpici di Città del Messico cambiando i paradigmi della sua disciplina. Mentre tutti ancora si cimentavano nel salto ventrale, lui supera l’asticella dandogli le spalle: un gesto tanto poetico quanto basato sullo studio attento delle regole del gioco e dei suoi limiti fisici. Una potente metafora per il nostro lavoro, un punto di vista ‘obliquo’ che cerchiamo di applicare a tutto quello che facciamo.

Concrete Jungle, Parasite 2.0 + Elia Fornari (Brain Dead), Terraferma Veneziana, in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Melania Dalle Grave / Courtesy of Fosbury Architecture
Concrete Jungle, Parasite 2.0 + Elia Fornari (Brain Dead), Terraferma Veneziana, in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Melania Dalle Grave / Courtesy of Fosbury Architecture

Qual è stato il vostro primo incarico?

Per anni, e come succede spesso ai giovani studi d’architettura, gli incarichi ce li siamo inventati: prendendo parte a concorsi, proponendo progetti per mostre collettive, scrivendo e sviluppando ricerche indipendenti. La prima vera ‘commessa’ risale al 2015 grazie alla vittoria dell’Europan 13 di Leeuwarden, una deliziosa cittadina dispersa nel nord dell’Olanda che nel 2018 sarebbe diventata Capitale della cultura europea. Il progetto prevedeva di aumentare l’offerta ricettiva urbana senza costruire nessun nuovo edificio, utilizzando i numerosissimi piani terra abbandonati che avevamo mappato durante il sopralluogo. Una proposta semplice, ma ritenuta efficace dalla commissione giudicante e dalla fondazione “Abe Bonnema” che promuoveva il premio e che ci ha incaricato di approfondire il progetto. Nonostante alla fine non si sia concretizzato nulla, si è rivelata un’ottima palestra per gli anni a venire, oltre ad averci dato i fondi per prendere in affitto il nostro primo ufficio.

La Casa Tappeto, Studio Ossidiana + Adelita Husni Bey, Librino (CT), in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Piercarlo Quecchia / Courtesy of Fosbury Architecture
La Casa Tappeto, Studio Ossidiana + Adelita Husni Bey, Librino (CT), in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Piercarlo Quecchia / Courtesy of Fosbury Architecture

Quale progetto vi ha dato più soddisfazione? Perché?

La soddisfazione è un sentimento piuttosto individuale, ma sicuramente il progetto più importante per il gruppo è stato quello di Incompiuto: una ricerca che seguiamo da molti anni e per la quale ringrazieremo sempre il collettivo artistico Alterazioni Video, capace di traghettare un fenomeno peculiare e autoctono italiano dal piano della denuncia scandalistica a quello culturale. Lavorare alla prima mappatura completa delle opere pubbliche incompiute – un catalogo di circa 700 opere pubblicato nel 2018 per Humboldt Books – ci ha permesso di percorrere un’inedita geografia del Bel Paese e confrontarci con la sfida apparentemente impossibile di ridare significato a strutture e infrastrutture abbandonate, spesso indesiderate e a volte completamente inutili. Quelli che molti definiscono Ecomostri per noi concorrono a definire il più importante stile architettonico dal Secondo Dopoguerra a oggi in Italia e ne siamo follemente innamorati.

Trasformazioni possibili, Lemonot + Roberto Flore, Cabras (OR), in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Delfino Sisto Legnani  / Courtesy of Fosbury Architecture
Trasformazioni possibili, Lemonot + Roberto Flore, Cabras (OR), in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Delfino Sisto Legnani  / Courtesy of Fosbury Architecture

Come declinate il concetto di sostenibilità nei vostri lavori?

Il dibattito ancora acceso – e molto italiano – sulla sostenibilità in architettura evidenzia una certa arretratezza rispetto ad altri campi della ‘creatività’ per i quali è semplicemente diventata la base di partenza ineludibile e obbligatoria per qualsiasi progetto. È oramai noto a tutti che quello delle costruzioni sia uno dei settori più inquinanti, ma il rischio evidente è che l’ennesimo discorso interno alla disciplina ci faccia perdere di vista che l’architettura, anziché soluzione, sia spesso parte del problema. Dal canto nostro rappresentiamo una generazione cresciuta e formatasi in un contesto di “permacrisi”. Al netto della retorica, la scarsità di mezzi e risorse non è solo un’opportunità, ma l’unico modo che conosciamo per operare.

Tracce di BelMondo, Orizzontale + Bruno Zamborlin, Belmonte Calabro (CS), in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Alessandro Saletta - Melania Dalle Grave / Courtesy of Fosbury Architecture
Tracce di BelMondo, Orizzontale + Bruno Zamborlin, Belmonte Calabro (CS), in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Alessandro Saletta – Melania Dalle Grave / Courtesy of Fosbury Architecture

Come si è svolta questa Biennale? Com’è stato svolgere un ruolo in prima linea? Cosa vi ha portato lavorare con tanti altri giovani gruppi? I progetti elaborati dagli invitati avranno sviluppi in futuro? Sono stati “attivatori delle comunità locali”? Quali sono stati gli insegnamenti? Quali invece gli errori? Che impronta credete di aver lasciato?

Abbiamo interpretato l’incarico di curatori del Padiglione Italia come occasione per dare spazio ad una nuova generazione di progettisti e per promuovere progetti concreti diffusi su tutto il territorio italiano. È stata un esperienza tanto incredibile quanto estenuante, che ci ha visto tutti e cinque coinvolti a tempo pieno per più di un anno, insieme agli assistenti curatori Lorenzo Cellini e Valeria Cesti. Grazie al costante supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura siamo riusciti a finanziare direttamente i progetti locali con il budget del Padiglione ed è stata una delle tante novità di quest’anno. L’obiettivo era quello di trasformare la spesa in investimento e superare l’orizzonte semestrale della Biennale per realizzare qualcosa che rimanesse dopo la chiusura della mostra. Erano anni che volevamo lavorare con le persone che abbiamo coinvolto, tutti professionisti che stimiamo, e la cosa più bella è che tutti hanno accettato la sfida quando li abbiamo contattati per prendere parte a “Spaziale” già dalla fase di gara. I progetti locali sono stati attivati nei mesi precedenti all’inaugurazione della mostra e sono il frutto di collaborazioni con incubatori locali che hanno contribuito al radicamento delle iniziative nei territori. Oggi sono tutti realtà, sebbene siano interventi eterogenei. Alcuni sono installazioni permanenti; altri dispositivi mobili o itineranti; altre ancora iniziative programmaticamente effimere utili a sensibilizzare le comunità locali ed il dibattito in generale. Fortunatamente non si sono verificati errori eclatanti, ma il rischio costante è stato quello che i progetti – realizzati in tempi stretti – non attecchissero e fossero percepiti come calati dall’alto. È ancora presto per tirare le somme dell’impatto di queste ‘azioni pioniere’, ma ci siamo ripromessi di monitorare le attività in futuro e anche voi potete giudicarle, ad esempio andando a visitare il parco dell’Uccellaccio a Ripa Teatina o il nuovo boulder dell’Associazione Sgrafa Masegni a Marghera.

La Baia delle Sirene, BB (Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava) + Terraforma, Baia di Ieranto (NA), in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Piercarlo Quecchia / Courtesy of Fosbury Architecture
La Baia delle Sirene, BB (Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava) + Terraforma, Baia di Ieranto (NA), in occasione della XVIII Biennale di Venezia 2023 con Fosbury Architecture curatore di Padiglione Italia; credits DSL Studio, Piercarlo Quecchia / Courtesy of Fosbury Architecture

Cosa augurate al vostro gruppo per il prossimo futuro?

Ci auguriamo, e auguriamo a tutti, di restare liberi.


Fonti:
Fosbury Architecture

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