ErranteArchitetture architettura per correzione

(De)growing platform, Biennale di Venezia, Venezia, 2014

ErranteArchitetture viene fondato nel 2010 da Sarah Becchio e Paolo Borghino, entrambi laureati al Politecnico di Torino e in diverse accademie ed università nazionali ed internazionali.
Il gruppo di lavoro si occupa di allestimenti, architettura e installazioni, su diverse scale. Il loro scopo è puntare alla sperimentazione, attraverso l’elaborazione dei propri errori. Lo studio partecipa attivamente a concorsi e progetti nazionali ed internazionali.

Dare forma ad una non forma. Dare forma al vuoto che è traccia esso stesso. Vuoto come presenza che ingombra. Imprimere contro il vuoto.


Aarhus school of architecture, Aarhus, Danimarca, 2016

Aarhus school of architecture, ErranteArchitetture, Aarhus, Danimarca, 2016
Aarhus school of Architecture, ErranteArchitetture, Aarhus, Danimarca, 2016

Il progetto si occupa della riqualificazione del quartiere tenendo conto del preesistente.
La sede della scuola progettata da Sarah Becchio e Paolo Borghino è stata studiata per poter indirizzare i fruitori all’interno, attraverso il cuneo verde, qualsiasi sia la direzione di provenienza. Il luogo stesso ci accompagna alla scoperta del suo interno.

Aarhus school of architecture, ErranteArchitetture, Aarhus, Danimarca, 2016
Aarhus school of architecture, ErranteArchitetture, Aarhus, Danimarca, 2016

L’edificio è stato realizzato in tela cerata rossa, in questo modo è facile da riconoscere e diventa icona per tutto il quartiere.
Il piano terra ospita funzioni pubbliche: lo spazio di accoglienza, lo spazio espositivo, i laboratori di modellismo e l’area di fabbricazione per i prototipi. I piani superiori invece spazi legati allo studio ed all’insegnamento. Il foyer viene utilizzato per attività didattiche o mostre ed eventi temporanei.
Anche la copertura, in determinate occasioni, può essere utilizzata per mostre all’aperto o eventi.

Aarhus school of architecture, ErranteArchitetture, Aarhus, Danimarca, 2016
Aarhus school of architecture, ErranteArchitetture, Aarhus, Danimarca, 2016

I vari piani sono costituiti da lastre continue e interconnesse senza vincoli. Una griglia strutturale 10×10 m con diversi spazi a doppia altezza e terrazza fruibili per lavori in esterno, il tutto conferisce all’edificio una caratteristica trasparente.
Sono, inoltre, presenti delle serre che controllano il comportamento termico dell’intero edificio, ma anche una riserva di spazio non programmato.


Criss-Cross Pavillon, Caramagna Piemonte (CU), 2018

Criss-Cross Pavillon, ErranteArchitetture, Caramagna Piemonte (CU), 2018
Criss-Cross Pavillon, ErranteArchitetture, Caramagna Piemonte (CU), 2018

Il capannone a servizio del frutteto è formato da una struttura lignea che poggia su 7 travi in cemento armato. La sua funzione principale è di contenitore per i serbatoi di acqua necessari al frutteto.
I due poggiano su un solaio composto da 3 telai di travi incrociate. Al di sotto troviamo uno spazio per riporre gli attrezzi.

Criss-Cross Pavillon, ErranteArchitetture, Caramagna Piemonte (CU), 2018
Criss-Cross Pavillon, ErranteArchitetture, Caramagna Piemonte (CU), 2018

Il padiglione è caratterizzato dall’alternarsi di pieni e vuoti, infatti la struttura si articola attraverso incastri di blocchi e travi che vanno a creare giochi di luci ed ombre. La sovrapposizione incrociata di questi elementi determina la materia che caratterizza l’oggetto. In questo modo la struttura assume verticalità, ricordando una serie serrata di pilastri collegati insieme.

Criss-Cross Pavillon, ErranteArchitetture, Caramagna Piemonte (CU), 2018, particolare
Criss-Cross Pavillon, ErranteArchitetture, Caramagna Piemonte (CU), 2018, particolare

La struttura è pensata appositamente per trovarsi in esterno a contatto con le diverse condizioni climatiche. Il sole, la pioggia, la neve, interagiscono con il legno sia in quanto materiale non trattato, sia per la configurazione specifica della struttura: colore che cambia a seconda dell’esposizione, ombre che segnano o luce che attraversa le fessure, neve che si ferma, ghiaccio che si forma.


Making Solo, Biella, 2013, Premio Maggia 2013

Making Solo, ErranteArchitetture, Biella, 2013, Primo Posto Maggia 2013
Making Solo, ErranteArchitetture, Biella, 2013, primo posto Premio Maggia 2013

Il progetto Making Solo si posiziona al primo posto nel concorso “Premio Maggia 2013”.
L’installazione riprende una fornace primordiale realizzata attraverso blocchi di terracotta.
Sarah Becchio realizza quest’opera prendendo ispirazione dalla storia di Efesto, dio del fuoco.
Efesto viene considerato il dio in cui è concentrato il potere della téchne.

Making Solo, ErranteArchitetture, Biella, 2013, primo posto Premio Maggia 2013
Making Solo, ErranteArchitetture, Biella, 2013, primo posto Premio Maggia 2013

Making Solo vuole spronare la ripresa del “saper fare”, conoscere i processi è l’unico modo per potersi riappropriare di un qualche futuro.

“Incagliati nella deriva della modernità, occorre ricollocare gli occhi, reinterpretare le mani, rincalzare il cervello. La processualità del fare ed il risultato non possono che coincidere. Mente, mani, occhi impegnati in un rituale antico. Una fornace. Un laboratorio primordiale. Un rifugio contento di sperimentazione. La realizzazione simbolica di una nuova attitudine del fare, in cui il rito sfocia in un’immagine archetipa. Senza nostalgia, solo facendo. Questa volta terra, acqua e fuoco. La prossima saranno universi interconnessi, soggettività collettive, autoproduzioni di nature attrezzate, ecologie multiformi, paesaggi collaborativi.”


Fonti:
StudioErrante Architetture
Divisare
Archdaily
Teknoring
Casabellaweb

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