Nicolò Spinelli architettura per l’artigianato

moodboard Besasc, Nicolò Spinelli

Testo tratto dall’intervista con Nicolò Spinelli in data 18 dicembre 2023.

Svegliarmi tutte le mattine e non ritenere il mio lavoro come tale ma come parte di me stesso e della mia vita.


Ci puoi parlare della tua formazione? Come nasce l’interesse verso l’architettura e il design?

Io sono nipote di costruttori, mio padre ha un’impresa edile, mio nonno materno era un grosso costruttore della zona, io in pratica “nasco in cantiere”. È un po una questione di DNA… penso di avere il sangue di mio nonno, in realtà la costruzione mi ha sempre affascinato, dal pensare al fare è una cosa che mi è stata comunicata fin da subito. Fin da bambino mi sono ritrovato a scoprire le funzioni di alcuni strumenti dell’edilizia. Mi diverto a  raccontare che i bambini della mia età giocavano con le ruspe giocattolo, io invece andavo a vedere quelle vere.

Paciarott', Nicolò Spinelli, 2021
Paciarott’, Nicolò Spinelli, 2021

Finita la scuola, a diciotto anni, non sai mai cosa vuoi.. mi è andata bene perché sono rimasto in quel campo. Ad oggi non potrei pensare ad altro mestiere se non questo. Mi sono formato al Politecnico di Milano, ho fatto un Master in Archeologia e Museologia a Roma, tutta la parte accademica non ha fatto altro che plasmare, penso, quelle che erano mie attitudini. 


Tra architettura e design hai un campo preferito? 

Io nasco come architetto, quando studi architettura non ti parlano di cos’è il design. I primi designer, che un tempo non sapevano neanche di essere chiamati tali, erano in realtà architetti. È semplicemente una scala di progettazione diversa… Gio Ponti diceva: “Progettare dal cucchiaio alla città”. Per me la parte di design è totalmente autodidatta, è stata un incastro di occasioni, essendo affascinato dal costruire, ho trovato uno studio a Lissone che si occupa di artigianato alla “vecchia maniera“, passavo dei pomeriggi interi da loro in bottega. Da autodidatta mi sono messo a disegnare mobili e ora lavoro in un settore che si chiama collectible design, ho collaborato con uno studio di interni a Milano, da freelance, con progetti di altissima qualità, settore è quello del lusso.

Architettoniche Allusioni, Nicolò Spinelli, 2021
Architettoniche Allusioni, Nicolò Spinelli, 2021

Adesso io riesco a realizzare pezzi molto complicati, di alta qualità, ho delle gallerie nel mondo che mi rappresentano e che riescono a vendere questi pezzi. Parallelamente mi occupo di architettura, per quelle che sono le mie possibilità. Adesso mi sto occupando di una villa… sono più frequenti le occasioni di occuparsi di interni, ma non si tratta di  semplice arredamento ma architettura vera e propria che sta all’interno.


Da cosa trai ispirazione? Hai un mentore? 

A livello accademico io mi sono laureato con un professore che si chiama Caliari che era un idolo, ti faceva lavorare sodo ma con il sorriso sulle labbra, smuoveva il fuoco che ogni giovane studente deve avere. Parallelamente al campo accademico ho sempre letto libri per conto mio e tutt’ora continuo a studiare. Non ho un mentore ad oggi, non ho un architetto preferito, mi piace attingere un po’ da tutto, dai libri, dalla vita.


Qual è stato il tuo primo incarico?

Appena laureato ho fatto una breve esperienza in uno studio di architettura. Il primo incarico in realtà è stato quello di fare il manovale in cantiere nell’impresa di famiglia, osservavo. Tutto l’artigianato, se fatto bene, è molto complesso, ho spiato per capire le dinamiche. Poi c’è stato qualche lavoretto di interni fino ad arrivare ad oggi, a dei lavori interessanti, sto finendo una Villa a Monza, sono a metà di un cantiere di un bellissimo appartamento,  sempre a Monza, in cui la cliente si fida ciecamente di me. Se si crea la giusta chimica i risultati vengono da sé.

Villa a Monza, Nicolò Spinelli, 2021
Villa a Monza, Nicolò Spinelli, 2021

Ci puoi parlare del progetto “Architettoniche Allusioni”? 

È una collezione di mobili, il primo nasce all’interno della bottega di Lissone, ho fatto un prototipo, ho investito io, è l’esito di un lavoro lunghissimo di ricerca, ha un approccio architettonico, sembra quasi l’astrazione di concetti architettonici che ho elaborato nel corso degli anni. Io ho un approccio architettonico, vedo i pezzi come costruzioni, perché in realtà sono delle costruzioni. Le vivi ma non ci abiti, in realtà poi sembrano essere dei piccoli modellini di architettura, l’intenzione era quella di ragionare sull’ordine e la composizione.

Architettoniche Allusioni, Nicolò Spinelli, 2021
Architettoniche Allusioni, Nicolò Spinelli, 2021

C’era un architetto americano che cercava la monumentalità, quel carattere storico nelle sue costruzioni, Louis Kahn, in queste Allusioni, quello che cerco di fare è estrapolare quell’ordine, quel DNA, quell’anima dietro a un pezzo, che sta all’interno della sua composizione formale per caprie quale energia è in grado di creare con l’utente, con chi lo guarda. Quando l’ordine vince sulla forma si raggiunge quel carattere di monumentalità, così diceva Louis Kahn, ma la cosa è puramente soggettiva.

Besasc, Nicolò Spinelli, 2021
Besasc, Nicolò Spinelli, 2021

C’è un pezzo che si chiama “Besasc”, è un totem, in realtà è una parola in dialetto brianzolo significa “ma che roba è?”, in realtà proprio inutile non è, questo totem ha una composizione puramente astratta, sembra quasi un grattacielo, però nello spazio emana una sorta di energia. La prova l’ho avuta in una mostra a Parigi in cui tutti mi dicevano che non riuscivano a togliere gli occhi di dosso a questo totem, per me è stata la prova che l’energia non arrivava solo a me, ma la sprigionava davvero. 


Sei a conoscenza di eventi o promozioni per i giovani architetti o designer italiani?

La Biennale di Venezia sicuramente dà spazio ai giovani di essere selezionati, di mostrarsi. Per quanto riguarda i concorsi pubblici forse è più difficile. Probabilmente il mondo culturale dovrebbe fare più a squadra, l’unione fa la forza. Una cosa alimenta l’altra.

Come mai hai deciso di associarti al collettivo monzese?

È necessario per la mia professione confrontarsi con dei colleghi, sono una risorsa, non sono una minaccia. È interessante capire come la pensano anche gli altri, solo così rendi più chiare le tue idee.

Villa a Monza, Nicolò Spinelli, 2021
Villa a Monza, Nicolò Spinelli, 2021

Quale progetto ti ha dato più soddisfazione?

In realtà tutti, ogni progetto ha degli alti e bassi, momenti belli e brutti, ognuno ha le sue difficoltà ma anche nella vita è così. Ovvio che quando riesci a mettere assieme tutti i progetti dà soddisfazione ma in realtà non ne ho uno in particolare.

A cosa stai lavorando?

Ho i due progetti di interni di cui vi parlavo prima, per quanto riguarda il collectible design ho novità ma non vi posso ancora dire nulla… è un momento molto produttivo questo. 

Villa a Monza, Nicolò Spinelli, 2021
Villa a Monza, Nicolò Spinelli, 2021

Cosa ti auguri per il futuro?

Di svegliarmi tutte le mattine e non ritenere il mio lavoro come tale ma come parte di me stesso e della mia vita.


Fonti:
Nicolò Spinelli

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