Lo studio nasce a Zurigo nel 2014 da Samuele Squassabia (1984), Tao Baerlocher (1985) ed Eugenio Squassabia (1989). Il nome STUDIOSPAZIO nasce dall’idea di non collegare i progetti alle singole persone ma ad un “modus operandi”. STUDIOSPAZIO identifica un luogo collettivo, in cui poter discutere insieme di architettura e idee. Dal 2019 lo studio ha sede a Mantova ed è diretto da Samuele ed Eugenio. Il gruppo è ora impegnato in diverse esperienze progettuali che indagano la possibilità di instaurare una nuova relazione tra l’architettura contemporanea e la storia.
Siamo una piccola goccia in un grande mare, dove cerchiamo di educare in maniera molto silenziosa, attraverso il nostro lavoro.
Workshop garage in a garden, Suzzara, 2016
Il progetto di STUDIOSPAZIO ha ricevuto una menzione d’onore all’interno della cerimonia di premiazione dei Piranesi Award 2018. L’edificio si trova nel giardino di una villetta bifamiliare ed ha la funzione di ospitare due parcheggi ed un laboratorio centrale. È formato da quattro pannelli sormontati da una tettoia posta trasversalmente. I punti di contatto fra gli elementi sono minimi.
La struttura architettonica è integrata con l’ambiente naturalistico circostante. L’edificio è l’essenza della vita quotidiana di periferia: coniuga insieme la città e la campagna. Da un lato, l’automobile permette di accedere al centro urbano, mentre il laboratorio è connesso alla vita di campagna.
Il capannone di Suzzara per la sua “banalità” può essere descritto come pura essenza dell’architettura, un puro concetto architettonico primario. L’architettura parla nella sua forma più elementare proprio quando riesce a descrivere in modo poetico il banale quotidiano.
“Una rimessa per biciclette è un edificio; la cattedrale di Lincoln è architettura. Un edificio è praticamente qualsiasi cosa che racchiude uno spazio ed è così grande che un essere umano può muoversi al suo interno. Il termine architettura è appropriato solo per gli edifici che sono stati progettati per uno scopo, in modo tale da essere efficacemente estetici”. -Nikolaus Pevsner
Giudecca Windowsill, Venezia, 2018
Questo spazio abitativo risale agli anni ’80 su progetto di Gino Valle, per STUDIOSPAZIO è un’occasione per testare il rapporto tra contesto storico e urbano. Sin dalla sua formazione lo spazio ricevette molte critiche, in quanto uno degli ultimi lotti ampi e vuoti di Venezia.
Gino Valle ha strutturato gli appartamenti verticalmente, garantendo una vista di Venezia dall’alto. Inoltre ha permesso ad ogni famiglia di avere la propria indipendenza, infatti, ogni appartamento ha un proprio accesso privato. La struttura verticale però comporta poco spazio negli interni.
L’Unfolding Pavillon nasce nel 2016 come padiglione temporaneo della Biennale di Venezia. Nel 2018 viene aperto all’interno di uno degli appartamenti realizzati da Gino Valle. Sul davanzale delle finestre viene realizzata una struttura per cercare di migliorare la percezione del piccolo spazio abitativo.
Il davanzale cerca di rafforzare il rapporto con il contesto, ospitando dei fiori crea continuità con la chioma degli alberi. La struttura presenta un foro che segue la geometria del telaio centrale creando uno spazio vuoto all’interno della finestra, viene in questo modo stabilito un nuovo rapporto diagonale verso la superficie del parco.
One room apartament by the lake, St. Moritz, Svizzera, 2018-19
Il progetto tratta la ristrutturazione di un appartamento vista lago a St. Moritz. Lo studio ha progettato uno spazio trapezoidale che si affaccia sull’esterno, per dare continuità tra le dimensioni dell’appartamento e quelle del paesaggio.
Attraverso l’utilizzo della prospettiva il paesaggio appare più vicino e, inoltre, si riflette sul pavimento e sulle pareti. Questi espedienti permettono di vivere i due spazi, interno ed esterno, come un continuum. Troviamo dentro un’unica stanza tutti gli elementi funzionali. Essi, sono infatti nascosti nel retro di alcuni pannelli in legno con finitura argento. In questo modo il poco spazio viene sfruttato al meglio.